INVALIDITÀ PER INFARTO 2024

Un infarto, o attacco cardiaco, è una condizione grave, ma per quanto riguarda l’invalidità quando se ne ha diritto? L’infarto si verifica quando il flusso sanguigno verso una parte del cuore viene bloccato, causando danni al muscolo cardiaco. Le conseguenze di un infarto possono variare a seconda della gravità dell’attacco e di quanto rapidamente si riceve assistenza medica.

Quando si tratta di invalidità, è possibile che un infarto possa portare a disabilità a lungo termine, a seconda delle lesioni al cuore e agli organi circostanti. Tuttavia, le possibilità di invalidità dipendono da molti fattori, tra cui la tempestività delle cure mediche, la gravità dell’infarto e la presenza di eventuali complicanze.

A seguito di infarto la persona può avere diritto all’invalidità civile con i diritti sia economici sia non economici connessi.

Non tutti gli infarti sono uguali in termini di invalidità. Proprio così perché la normativa 2022 prevede precise distinzioni tra chi ha diritto ad accedere alle agevolazioni fiscali ed economiche e chi invece è escluso. E non si tratta di sfumature ma di vere e proprie differenze che incidono in maniera incontrovertibile.

INVALIDITÀ PER INFARTO: le conseguenze

Le conseguenze di un infarto possono variare da persona a persona e dipendono da diversi fattori, tra cui la tempestività del trattamento ricevuto, l’estensione dell’area del cuore interessata dall’infarto e la presenza di eventuali complicanze. Alcune delle conseguenze più comuni includono:

  1. Danno al muscolo cardiaco: Durante un infarto, il tessuto muscolare del cuore può essere danneggiato o distrutto a causa della mancanza di apporto di sangue ricco di ossigeno. Questo può portare a una riduzione della funzione cardiaca.
  2. Insufficienza cardiaca: L’infarto può indebolire il cuore, rendendolo meno efficiente nel pompare il sangue attraverso il corpo. Questa condizione è nota come insufficienza cardiaca e può causare affaticamento, mancanza di respiro e ritenzione di liquidi.
  3. Disritmia: Un infarto può disturbare il normale ritmo cardiaco, portando a disturbi del ritmo come aritmie. Queste possono influire sulla capacità del cuore di pompare il sangue in modo efficiente.
  4. Complicanze vascolari: L’infarto può aumentare il rischio di sviluppare ulteriori problemi vascolari, come coaguli di sangue, che possono portare a ictus o attacchi ischemici transitori.
  5. Dolore cronico al petto: Alcune persone possono continuare a sperimentare dolore cronico al petto o disagio dopo un infarto.
  6. Impatto emotivo: Un infarto può avere un impatto emotivo significativo sulla persona coinvolta. L’ansia, la depressione e lo stress possono essere comuni dopo un evento cardiaco.
  7. Rehabilitation: Dopo un infarto, è spesso necessario un programma di riabilitazione cardiaca per aiutare a ripristinare la forza fisica, migliorare la capacità di esercizio e fornire supporto emotivo.

È importante sottolineare che molte persone si riprendono bene dagli infarti, specialmente con il trattamento adeguato e le modifiche dello stile di vita. Tuttavia, ogni situazione è unica, e il percorso di recupero può variare da individuo a individuo. La gestione a lungo termine coinvolge spesso una combinazione di farmaci, terapia fisica, cambiamenti nello stile di vita e monitoraggio continuo da parte dei professionisti medici.

INVALIDITÀ PER INFARTO: lavori pesanti

C’è un aspetto non secondario. Di fronte allo stesso problema, non tutti i pazienti hanno diritto allo stesso grado di invalidità. Senza nulla togliere a nessuno, chi ha avuto un infarto e lavora ad un centralino non verrà riconosciuto così a rischio come chi ha avuto un infarto e fa il muratore. Lo stress fisico del secondo non è paragonabile a quello del primo; pertanto, a chi lavora con la cazzuola in mano verrà riconosciuta più facilmente un’invalidità rispetto a chi passa la giornata seduto con la cornetta in mano o la cuffia in testa.

La valutazione non spetta naturalmente al paziente ovvero alla persona che ha subito l’infarto, bensì a un medico specialista, il cardiologo, che prepara la certificazione necessaria sulla base della classificazione Nyha, troverete nella descrizione del video la sigla esatta.  (New York Heart Association), necessaria per la presentazione della domanda all’Inps.

INVALIDITÀ PER INFARTO: classi di invalidità

Come vedremo a breve, sono previste quattro fasce, a ciascuna delle quali corrisponde una percentuale riconosciuta di invalidità e dunque di diritto a fruire delle agevolazioni fiscali. Entriamo quindi nel dettaglio della normativa 2022 in vigore e approfondiamo alcuni aspetti ben precisi ed esattamente.

Bisogna quindi fare riferimento alla classificazione dello scompenso secondo la New York Heart Association per sapere chi ha diritto al riconoscimento dell’invalidità per infarto. Le classi sono quattro con la prima che non prevede alcuna limitazione ovvero l’attività fisica abituale non provoca astenia, dispnea o palpitazioni. Di conseguenza il grado di invalidità riconosciuto è il più basso tra quelli possibili per questa categoria ovvero tra il 21 e il 30%.

Diverso è il caso della seconda classe per cui scatta la limitazione, seppur modesta, dell’attività fisica. In buona sostanza si riscontra benessere a riposo, tuttavia l’attività fisica abituale provoca affaticamento, dispnea, palpitazioni o angina. Il grado di invalidità è in questo caso compreso tra il 41 e il 50%.

Situazione più critica nella terza classe per via della grave limitazione dell’attività fisica: benessere a riposo, ma attività fisiche di entità inferiore a quelle abituali provocano sintomi. Il grado di invalidità è tra il 71 e l’80%.

La quarta classe riconosce l’incapacità a svolgere qualsiasi attività senza disturbi ovvero sintomi di scompenso sono presenti anche a riposo con aumento dei disturbi ad ogni minima attività. Il grado di invalidità è il massimo: al 100%.

Tutto ciò non esclude l’indennità di accompagnamento quando la persona colpita da infarto non è in grado di svolgere più le azioni semplici quotidiane o non sia in grado di deambulare.

INVALIDITÀ PER INFARTO: il caso concreto

“Il sig. Mario, operaio metalmeccanico, a seguito di infarto con applicazione di vari stent, fa domanda di invalidità e gli viene riconosciuta un’invalidità pari al 55%. A seguito di una consulenza medico-legale, abbiamo rilevato che il sig. Mario necessitava di una classe più alta. Il sig. Mario non poteva fare più alcun sforzo fisico. Infatti, abbiamo proposto ricorso in Tribunale ed il CTU ha riconosciuto l’80% di invalidità”.

CONCLUSIONI

In definitiva di fronte ad una situazione come descritta, puoi chiedere il riconoscimento dell’invalidità civile.

Se ti trovi anche tu in questa situazione, hai ricevuto il verbale di invalidità, e ti è stata negata la percentuale riconosciuta, puoi contattarci, sarà possibile ottenere una Consulenza Preventiva per valutare se vale la pena andare in Tribunale e chiedere tramite il Giudice il riconoscimento dell’invalidità con i diritti economici connessi.

Ma il verbale d’invalidità deve esserti stato consegnato entro il termine di sei mesi. Qualora, infatti, sia trascorso il termine di sei mesi, non potrai più presentare il ricorso.

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