LICENZIAMENTO DIPENDENTE PER L’HANDICAP

LICENZIAMENTO DIPENDENTE PER L’HANDICAP: E’ discriminatorio

Secondo la Cassazione, la mancata sostituzione del lavoratore licenziato e la mancata assunzione di una successiva risorsa destinata a coprirne la posizione non esclude la natura discriminatoria del licenziamento comminato a causa dello stato di handicap del dipendente.

L’ordinanza della Cassazione è la n. 30971 del 20 ottobre 2022.

LICENZIAMENTO DIPENDENTE PER L’HANDICAP: Il caso

Mentre il Tribunale aveva dato ragione alla Società, la corte d’appello aveva ritenuto illegittimo il licenziamento comminato dal datore di lavoro, nei confronti della persona con handicap, una ragione di discriminazione soggettiva dovuta allo stato di handicap del dipendente.

LICENZIAMENTO DIPENDENTE PER L’HANDICAP: l’ordinanza che ha dato ragione alla persona con handicap

Tale convincimento della Corte deriva da una mail inviata dal Presidente del Consiglio di amministrazione al Direttore generale, risultava dimostrativa delle reali ragioni del licenziamento: ossia la volontà di sostituire il dipendente con altro “più capace”.

LICENZIAMENTO DIPENDENTE PER L’HANDICAP: le agevolazioni le mansioni

-La società datrice di lavoro si duole innanzi tutto del fatto che la Corte d’appello non abbia considerato le misure adottate dall’azienda per ridurre le mansioni del lavoratore con handicap al fine di agevolarlo per la malattia da cui era afflitto.
Secondo gli ermellini le misure agevolative richiamate (mansioni assegnate ad altri, macchina aziendale con dispositivi speciali, alleggerimento dei compiti), dimostrative del buon comportamento datoriale, anche se apprezzabili in un contesto valutativo più ampio, non possono variare il contenuto della mail in questione; nella predetta mail risultava chiara la volontà del datore di recedere dal rapporto di lavoro a causa della condizione di handicap del dipendente.

LICENZIAMENTO DIPENDENTE PER L’HANDICAP: licenziamento dopo 5 anni

  • La società datrice di lavoro si duole, poi, del fatto che non sia stato considerato che il provvedimento espulsivo del lavoratore era intervenuto dopo circa 5 anni e, quindi, dopo un lungo lasso temporale dall’insorgere della malattia.
  • E non era stata considerata nemmeno la circostanza della mancata sostituzione del lavoratore con handicap e quindi la mancata assunzione di un’ulteriore risorsa destinata a coprire la posizione.
  • Secondo la Cassazione, rispetto a tale statuizione, assume scarso rilievo ogni indagine su eventuali accomodamenti, eventuali precedenti modalità di sostegno, agevolative rispetto alla malattia del dipendente.

LICENZIAMENTO DIPENDENTE PER L’HANDICAP: motivi validi ma discriminatori

Come affermato chiaramente dalla Corte, la ragione di carattere organizzativo è secondaria rispetto alla ragione discriminatoria, motivo del licenziamento.

In quanto ciò di cui si dibatte è esattamente il punto di “rottura” di eventuali accomodamenti, rivelatosi proprio nel licenziamento irrogato per le ragioni contenute nella mail richiamata.

Quello che deve essere valutato è il comportamento finale e la decisione del datore di lavoro di licenziare il lavoratore per motivi relativi al suo stato di salute e, dunque, per questo valutati come discriminatori.

Per le ragioni suindicate la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso proposto dal datore di lavoro e ritenuto discriminatorio il licenziamento dipendente in ragione dello stato di handicap dello stesso.

Allora cosa significa tutto ciò? Che il lavoratore con handicap non può essere mai licenziato? No, perché ci sono alcune casistiche che permettono al datore di lavoro di licenziare la persona con handicap, una importante è quando la persona non può essere collocata in nessun reparto all’interno dell’Azienza. Ma è il datore di lavoro che deve provare tutto ciò. Ricordiamo che la legge tende a considerare anche le ragioni dell’azienda, le ragioni produttive. Quello che è da evitare appunto il carattere discriminatorio riferito all’handicap.

CONCLUSIONI

Se ti trovi anche tu in questa situazione, hai ricevuto il verbale di invalidità, e ti è stata negata la percentuale riconosciuta, sarà possibile ottenere una Consulenza Preventiva per valutare se vale la pena andare in Tribunale e chiedere tramite il Giudice il riconoscimento dell’invalidità.

Ma Il verbale d’invalidità deve esserti stato consegnato entro il termine di sei mesi. Qualora, infatti, sia trascorso il termine di sei mesi, non potrai più presentare il ricorso.

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